Giornata parmigiana, oggi, per Luigi Fadiga, garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Emilia Romagna, ospite nella sede della Provincia per un incontro con operatori e amministratori del territorio. L’appuntamento, organizzato dalla Provincia in collaborazione con l’Assemblea legislativa della Regione, rientrava in una serie di incontri con i quali questa nuova figura, di recente istituzione nell’ordinamento regionale, va a conoscere i diversi soggetti territoriali dei servizi che ruotano intorno a infanzia e adolescenza: per il garante è stata l’occasione per presentarsi e per prendere contatto con la realtà di Parma e del Parmense, conoscerne caratteristiche, punti di forza e di maggiore criticità in merito alla protezione dei minori, al fine di promuovere collaborazioni per un miglioramento delle varie situazioni.

Diversi i temi affrontati nel corso della mattinata: dalle competenze e azioni del garante alla luce delle novità legislative regionali al programma delle attività 2012, dalla legge regionale 14 del 2008 (dedicata alle nuove generazioni) ai compiti della Provincia in materia d’infanzia e adolescenza. Il garante ha inoltre incontrato e ascoltato la voce di diversi rappresentanti del Coordinamento unico infanzia e adolescenza, istituito e coordinato dalla Provincia e composto dalle tante realtà a diverso titolo impegnate nel settore (servizi sociali, sanitari, educativi, scolastici, magistratura, forze dell’ordine, terzo settore…). Il Coordinamento costituisce la sede principale di confronto interistituzionale, di riflessione circa le problematiche sulle condizioni dell’infanzia e dell’adolescenza e di supporto tecnico della programmazione locale e provinciale, con particolare attenzione ai settori dell’adozione nazionale e internazionale, di affido e accoglienza, della tutela minori.
“Il giudice Fadiga fa parte della storia del welfare di Parma, un welfare moderno già dagli anni Settanta: venne infatti come ispettore al brefotrofio, per verificare le condizioni dei bambini, e posso dire che quelli furono un po’ i primi passi verso la chiusura della struttura”, ha detto nell’incontro con la stampa l‘assessore provinciale alle Politiche sociali Marcella Saccani, che ha ricordato l’impegno di Mario Tommasini. “Quello del garante – ha aggiunto l’assessore Saccani – è un ruolo di estrema importanza, una figura che può diventare un grande punto di riferimento sulla tutela dei minori”.
Al garante per l’infanzia e l’adolescenza, figura istituita dalla Regione Emilia Romagna nel 2011 dando così completezza al sistema regionale di protezione dei diritti dei minori, sono affidate la difesa e la verifica dell’attuazione dei diritti dei minori. La sua azione copre un ampio arco di settori, che riguardano i cinque diritti fondamentali che la Convenzione sui diritti del fanciullo riconosce all’infanzia e all’adolescenza: preminenza dell’interesse del minore; diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo; diritto alla non discriminazione; diritto all’ascolto; diritto alla partecipazione. Il tutto in raccordo da un lato con l’Autorità nazionale garante per l’infanzia e l’adolescenza, e dall’altro con i territori e le diverse realtà che, in essi, operano nel campo dell’infanzia e dell’adolescenza.
“La legge regionale – ha spiegato Fadigaattribuisce molte funzioni al garante, soprattutto quella di stimolare l’applicazione dei diritti della Convenzione di New York, che è importantissima perché vincola l’Italia a rispettare una serie di diritti dell’infanzia che altrimenti non sarebbero così vincolanti per le  istituzioni. Oltre a questa funzione di promozione culturale e di stimolo all’applicazione della convenzione di New York, la legge regionale dà al garante un incarico di collettore di istanze e di segnalazioni, anche di minorenni, di situazioni di disagio o di violazione di diritti: possono rivolgersi al garante i cittadini anche minorenni, genitori, insegnanti, operatori, segnalando situazioni critiche. Il garante a sua volta poi può, deve anche, rappresentare all’istituzione responsabile la situazione negativa e invitarla a porvi rimedio. Poi abbiamo altri compiti, con finalità di mettere in rete le risorse, di far sì che si colleghino e dialoghino fra loro. Abbiamo appena cominciato, e sono abbastanza soddisfatto di questa prima fase: speriamo di crescere bene anche noi”.
Sulla realtà che sta verificando nei suoi incontri con i territori, Fadiga ha detto: “La tradizione locale è molto solida. C’è un patrimonio, ed è importante che venga coltivato, valorizzato, e non “mangiato”. Ho trovato situazioni dove c’è ancora molta attenzione, dove si sono fatti grossi investimenti non solo di tipo economico ma anche di risorse umane, e anche situazioni dove invece si vive un po’ del “capitale di famiglia”: ma i capitali non durano per sempre se si comincia a mangiarli. Ci sono quindi problemi di rotazione degli operatori, di formazione…”.
Fondamentale, per il garante, la sinergia di tutte le realtà impegnate su infanzia e adolescenza, oltre che la presenza e la competenza dei servizi. “I maltrattamenti – ha osservato – sono poco conosciuti, anche sottovalutati, invece sono un dato reale. La maggior parte avviene in famiglia e non sono solo fisici, non solo sessuali, ma anche psicologici, di disattenzione, di umiliazione. Tutto questo richiede un grosso lavoro dei servizi, ed è indispensabile non solo che ci siano ma che siano preparati e che possano intervenire”.

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