Matteo-Renzi-elezioniLa sezione provinciale di Parma dell’Anmic accoglie con sollievo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che escludono interventi sulle pensioni di invalidità e sull’indennità di accompagnamento. Nonostante le prebende destinate ai disabili siano state segnalate dal Commissario per la Spending Review Cottarelli come possibili fonti di risparmio per le casse dello Stato, il Premier ha giustamente sottolineato come il lavoro del Commissario si concretizzi esclusivamente in una proposta da sottoporre alla politica e come sia poi la politica a dover decidere, nel pieno svolgimento del suo ruolo, quali traguardi siano da perseguire e quali siano le giuste misure da mettere in campo per raggiungerli.

La presa di posizione del Premier non solo mette al sicuro le risorse economiche, già esigue, destinate ai disabili, ma va oltre, sottolineando quello che è il vero ruolo della politica. Una politica che deve tendere sempre all’equità sociale, non solo attraverso la stesura di norme adeguate, ma anche attraverso il controllo della effettiva ed omogenea applicazione delle stesse. Il mondo della disabilità, attraverso le principali Associazioni di rappresentanza, chiede infatti da tempo l’avvio e il consolidamento di serie politiche per la disabilità, per la non autosufficienza e per l’inclusione sociale. Restano infatti ancora troppe barriere, non solo architettoniche, che impediscono una dignitosa qualità della vita e generano una esclusione sociale che pesa drammaticamente sul disabile e sulla sua famiglia. Una condizione che varia moltissimo nelle differenti realtà territoriali del Paese, dove le norme trovano applicazioni incredibilmente diverse quando dovrebbero essere del tutto omogenee.

Per questi motivi le parole del Presidente Renzi lasciano intravedere la possibilità di un cambiamento, di una svolta che porti finalmente i disabili, e i cittadini in genere, a credere di poter ricevere dalla politica quelle risposte che per troppo tempo sono mancate. La speranza è quella di vedere finalemente una politica che mette in campo investimenti oculati, che prende decisioni e opera scelte precise e condivise con le Associazioni, che meglio di chiunque altro conoscono le necessità primarie dei disabili.

Un primo passo tangibile potrebbe concretizzarsi con la velocizzazione dell’iter legislativo della proposta di legge di iniziativa popolare, sostenuta da oltre 300 mila firme raccolte dall’Associazione in tutto il Paese, volta all’adeguamento della pensione di anzianità alla pensione minima Inps. Un’assegno di circa 280 euro mensili e una indennità di accompagnamento di 500 euro circa non possono infatti garantire una esistenza dignitosa; tuttavia la proposta di legge giace sul tavolo della XII Commissione Parlamentare da mesi.

Ma la vera svolta potrebbe concretizzarsi soltanto con l’istituzione di un tavolo, composto da Istituzioni e Associazioni, che valuti a 360 gradi tutte le problematiche relative all’effittiva applicazione delle leggi ottenute con anni di lotta e rivendicazioni. Un tavolo che potrebbe rivedere tutte le norme che riguardano i disabili, migliorandole, semplificandole e accorpandole in un Testo Unico di più facile applicazione su tutto il territorio nazionale.

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